Il mio lavoro all'università si sviluppa su due fronti.
Da una parte, i corsi, la ricerca e i rapporti con gli studenti. Dall'altra, i ricorsi, i tribunali e i rapporti con i baroni.
Di fatto, è così: in questa università di merda, per cercare di fare bene il proprio lavoro si deve sottrarre tempo allo studio della propria disciplina per
dedicarlo allo studio dell'autodifesa.
Uno sguardo all'esterno, alla società, che vorremmo comprendere e trasformare, e uno all'interno, all'università, che ci vorrebbe omologare e disciplinare, per
impedire ogni cambiamento radicale nella società.