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Invece di scannarci, scanniamo il capitale!

Questo messaggio è rivolto a tutti i compagni e le compagne con cui ho fatto politica.

 

Sin dall’inizio della pandemia, con molti di voi, abbiamo avuto letture diverse di quanto stava accadendo e questo ci ha portato ad intraprendere percorsi di critica e di lotta diversi. Inizialmente, sebbene a fatica, siamo stati in grado di dialogare e di confrontarci in nome del rispetto reciproco e della certezza della buona fede politica. Oggi, forse a causa di una polarizzazione delle posizioni indotta proprio dalle raffinate strategie comunicative dei centri capitalistici, il dialogo si è di fatto interrotto.

 

Non voglio certo giocare a chi è più marxista con compagni più sperimentati di me. Mi limito ad una considerazione banale. La galassia militante in Italia e in tutto il mondo è completamente disarticolata in nome di una divisione che fino a due anni fa non esisteva nemmeno e che, banalizzando un po’, ma nemmeno troppo, si sintetizza in pro-vax contro no-vax.

 

Sfido chiunque a determinare le cause esplicative che hanno portato compagni che lottano da sempre, o anche persone meno politicizzate, a schierarsi su un fronte o su un altro. Di fatto però siamo tutti schierati con fermezza e convinzione, dal più menefreghista al più impegnato.

 

Osservando i comportamenti e certe scelte ideologiche siamo in grado di capire se una persona tende a essere classista, razzista o sessista. Perché appunto possiamo far valere alcuni principi di coerenza logica: se so che hai speso la vita a lottare sui posti di lavoro, magari a contatto con immigrati supersfruttati, e so che conosci i disagi della condizione femminile nella nostra società, anche se non ti conosco di persona, mi sento di prevedere su che fronte stai.

 

Nel caso della pandemia, invece tutti questi schemi saltano. E anzi, indipendentemente dal percorso politico di ognuno, in poco tempo, si sono rotti legami storici, politici, personali, familiari e affettivi, con una rabbia che non ha precedenti e che se solo potesse essere indirizzata verso la lotta di classe, potremmo fare la Rivoluzione domani.

 

Un pezzo di società, secondo la strategia di chi ci sfrutta e di chi ci governa, dovrebbe ora mettersi a controllare che l’altro pezzo di società abbia le carte in regola. E dovrebbe farlo con la rabbia in corpo di chi ha la verità in tasca e si sente minacciato da un’orda di ignoranti o di creduloni.

 

Che si fottano! Che siano gli sbirri a reprimerci, non possiamo diventare noi stessi gli esecutori dei piani del capitale.

 

Ma quali pro-vax e no-vax, ma quale diritto alla salute. Nel capitalismo, la salute è una merce e la lotta è di classe. Ma quale green pass, noi siamo sempre passati col rosso!

 

Nel momento in cui si riconosce che questa nuova divisione, che cancella tutte le altre, è artificiale e calata dall’alto dal nostro nemico di classe, la risposta dovrebbe essere evidente: continuiamo pure a sviluppare le nostre diverse letture, confrontiamoci anche aspramente, come d’altronde abbiamo sempre fatto, ma non cadiamo in questo gioco. Non dividiamoci, uniamoci di più!

 

Non rinuncerò mai a confrontarmi con chi mi è stato accanto nelle lotte e nei momenti in cui sotto attacco c’ero proprio io. Io non dimentico. Ma nelle divisioni volute dal capitale non ci cado.

 

La critica marxista può suggerirci diverse interpretazioni di quanto sta accadendo. Ma la critica marxista passa per il confronto aperto tra marxisti. Sui libri neri dei miei avversari politici ci sono sempre stato con orgoglio e soddisfazione. Su quello dei compagni, dei miei compagni, ci sto con dolore e tristezza.

 

Come sempre, A pugno chiuso!

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